Rivista di diritto dell’economia,
dei trasporti e dell’ambiente, III/2005
Lo
sviluppo energeticamente sostenibile: il caso Algeria
Gabriella Cangelosi *
Sommario
1.1. Aspetti geografici,
demografici e socio -politici
2.
Analisi della realtà energetica dell’Algeria.
2.1. Risorse, produzione,
trasformazione ed esportazione di idrocarburi
2.1.b Il gas naturale liquefatto
(GNL)
2.1.e Considerazioni generali sulla produzione ed esportazione degli
idrocarburi
2.2 Gli usi interni dell’energia: trasformazione e consumo.
3.
Il quadro legislativo in materia energetica ed ambientale e le politiche
programmate.
Testo preliminare della legge
quadro in materia di idrocarburi (ultima modifica, 3 settembre 2002).
Legge n. 02-01 del 5 febbraio 2002.
Legge n. 99-09 del 28 luglio 1999
relativa alla maitrise de l’Energie.
4.
Considerazioni generali ed opportunità di collaborazione con i paesi UE.
Lo
“sviluppo energeticamente sostenibile” si riferisce all’interazione tra
sviluppo economico e impatto sui consumi energetici e rappresenta un tipico
caso di soft-law[1], in altre parole di un principio
giuridico che nasce in Dichiarazioni internazionali non produttive[2]
e prevede obblighi e diritti, sino a raggiungere le varie legislazioni
nazionali.
Il
tema della sostenibilità energetica assume una chiara rilevanza alla luce dello
sviluppo in corso e di quello atteso negli anni a venire in numerosi paesi, e
che coinvolgerà gli standard di vita di una significativa frazione di
popolazione mondiale.
La
sostenibilità energetica si traduce in sostenibilità ambientale allorché
considera il minore impatto ambientale relativo alla “combustione evitata” di
fonti primarie di tipo fossile.
L’abbassamento
dell’intensità energetica dei comparti produttivi (ossia dell’energia primaria
consumata per unità di prodotto), quindi, implica una riduzione del consumo
primario a parità di produzione, e per tanto produce una riduzione dell’Impatto
Ambientale connesso ai processi di conversione dell’energia.
Le
motivazioni del Piano di Efficienza Energetica dell’Algeria non sono da
ricercare nel risparmio delle fonti primarie, delle quali l’Algeria è grande
produttrice, bensì in un piano di modernizzazione del “sistema paese” che ha
l’obiettivo di porre l’Algeria come interlocutore commerciale credibile
rispetto ai paesi occidentali.
L’Algeria
si estende per 2.381.740 Km2 di superficie, in prossimità del 3°
meridiano ad Est di Greenwich e del 28° parallelo. È caratterizzata da un clima
arido, con una certa piovosità solo lungo le coste, e la sua superficie è in
buona parte pianeggiante e desertica (la fascia meridionale sahariana copre
circa l’85 % della superficie algerina).
La
scarsità di bacini superficiali e di grandi corsi d’acqua, unita alle ridotte
precipitazioni, rendono complesso l’approvvigionamento idrico e stimolano
l’interesse delle autorità algerine sulle tematiche relative alla dissalazione.
Dal
punto di vista demografico, la popolazione algerina è costituita
approssimativamente da 31.700.000 abitanti (di cui oltre tre milioni risiedono
ad Algeri), risultando quindi la densità demografica media 14 volte inferiore a
quella italiana.
La
popolazione è equamente divisa tra i due sessi, mentre l’età media e le
aspettative di vita sono inferiori rispetto a quelle che caratterizzano i paesi
occidentali, a testimonianza di un sistema sanitario ancora in fase di
sviluppo.
Gli
standard di vita sono notevolmente inferiori a quelli europei. L’istruzione
scolastica, in primo luogo, è stata scarsamente valorizzata, non essendone
pienamente riconosciuta l’importanza strategica per lo sviluppo nazionale.
Buona
parte della popolazione, inoltre, vive in condizioni di povertà (addirittura il
23% della popolazione vive un’indigenza estrema, potendo contare su meno di
1,65 dollari al giorno). Ciò è in buona parte connesso ad una distribuzione
poco equa delle risorse ed alla crescente disoccupazione, che ha toccato nel
1999 il 32%, costituendo un vero e proprio dramma sociale.
Dal
punto di vista politico, l’Algeria è un paese molto giovane. Resasi
indipendente dalla Francia nel 1962, essa si è data nel 1976 una costituzione
di impronta socialista ed ispirazione franco- islamica.
La
forma di governo è la repubblica, con suffragio universale per l’elezione del
Presidente, che procede, quindi, alla nomina del Capo di governo e dei
ministri. Il potere legislativo risiede nel Parlamento, che risulta composto di
due camere.
Per
rendere, però, conto appieno della realtà algerina, occorre sottolineare come
essa sia ancora distante dalle democrazie di tipo occidentale se non altro per
il contesto socio-politico del Paese; la situazione politica, infatti, risente
delle instabilità risalenti sia all’abolizione del regime a partito unico,
avutasi nel 1988 in un clima di violenti scontri, sia alle conseguenze
dell’annullamento, per via militare, delle elezioni del 1991 (in cui il FSI,
Fronte di Salvezza Islamico, aveva ottenuto la maggioranza) ed alle successive
rivolte e repressioni governative.
Esiste,
quindi, un clima di conflitto interno, che ha prodotto secondo alcune stime
attendibili, oltre 100 mila vittime, e che è interrotto solo da periodiche fasi
di tregua.
Dal
punto di vista economico, l’Algeria ha vissuto alterne vicende nel tempo. Per
definire la struttura del sistema economico, si possono indicare
nell’estrazione delle fonti primarie energetiche (risorse petrolifere e di gas
naturale), nell’indotto industriale connesso alla raffinazione del petrolio, e
nell’agricoltura le principali attività nazionali, che rappresentano circa il
45 % del PIL del Paese. Le fonti energetiche costituiscono inoltre circa il 95
% delle esportazioni nazionali.
Esiste
pure un’industria nazionale pesante, che contribuisce ben poco allo sviluppo
del Paese e che anzi rivela inefficienze che vanno a gravare pesantemente sul
bilancio dello Stato. Il fallimento della strategia di sviluppo fondata
sull’industria pesante limita oggi la sua incidenza al 7-9% del PIL.
Nel
complesso l’economia risulta ancora alquanto arretrata, come mostra il fatto
che i settori agricolo ed industriale costituiscono circa il 50 % del PIL, e
che servizi di primaria importanza e crescente diffusione nei paesi occidentali
come la telefonia (sia fissa che mobile) e l’uso di tecnologie informatiche
risultano ancora circoscritti ad una piccola parte privilegiata della
popolazione.
Sia
l’estrazione che la lavorazione e la distribuzione delle fonti energetiche,
nonché le industrie pesanti cui si è accennato, sono affidate ad imprese
statali in accordo alla forte concezione socialista dello Stato espressa dalla
Costituzione. Solo recentemente, in seguito al profondo riorientamento in senso
filo-occidentale del regime algerino avviato nello scorso decennio ed alla
riconosciuta necessità di attrarre gli investitori europei, un processo di
graduale apertura ai privati sta avendo luogo, ed alcune riforme costituzionali
sono state già approvate in tal senso.
La
posizione economica del Paese rispetto all’estero è molto variabile, risultando
determinante sulla bilancia dei pagamenti il prezzo del petrolio. Ciò è
evidente esaminando il recente passato: nel periodo successivo alla guerra del
Kippur (1973) ed ai conseguenti aumenti del prezzo del greggio, le entrate sono
significativamente aumentate, aiutando a finanziare (insieme a molto ingenti
quantità capitali europei) gli investimenti di ammodernamento del Paese
realizzati tra il 1972 ed il 1985. Quando, nel 1986, il prezzo del petrolio si
dimezzò, il debito estero divenne insostenibile, a causa dell’improvvisa
riduzione delle entrate. Si procedette, quindi, nel 1994 alla ristrutturazione
multilaterale del debito estero a seguito dell’intervento del Fondo Monetario
Internazionale (FMI), che monitorando l’andamento del debito e le sue
prospettive di solvibilità, ha pressato il governo algerino per un attuazione
rapida del processo di liberalizzazione e privatizzazione del mercato
energetico e dell’industria domestica.
È
stato inoltre suggerito di intraprendere un processo volto a ridurre la
dipendenza strategica dalle esportazioni energetiche, onde garantire stabilità
alla bilancia dei pagamenti.
In
effetti, dopo l’ascesa del prezzo del petrolio e del gas naturale (che in
genere segue il trend del prezzo del greggio con un ritardo di circa 6 mesi),
l’evidente contrasto tra la floridezza finanziaria e la depressione del sistema
economico ha stimolato un dibattito che ha portato, nel luglio 2001,
all’avviamento di un piano triennale (2001-2004) di rilancio economico, basato
su un forte aumento della spesa pubblica e su limitate riduzioni fiscali, che
mira all’ammodernamento delle infrastrutture pubbliche, lo sviluppo delle
risorse umane tramite la formazione scolastica ed ad abbattere la
disoccupazione privilegiando i settori produttivi ad alta intensità di lavoro.
Un
quadro più completo dell’economia deriva dall’analisi di alcuni dati sintetici.
Innanzitutto
il Prodotto Interno Lordo pro-capite, pari nel 2000 a circa 1700 dollari usa, è
poco superiore all’8% di quello italiano, il che evidenzia un economia con
grandi necessità di crescita per elevare gli standard di vita verso quelli dei
paesi più sviluppati. Tale crescita sta comunque avvenendo a ritmi
sufficientemente sostenuti (tasso di crescita del Pil superiore al 5% nel
2000), anche se risulta troppo dipendente dall’andamento del mercato degli
idrocarburi.
Il
commercio con l’estero interessa un’elevata frazione del Pil (le esportazioni
hanno superato, nel 2001, il 40%), essendo i Paesi dell’UE i principali partner
commerciali, oltre ovviamente agli Stati Uniti.
Le
esportazioni sono costituite prevalentemente da idrocarburi (petrolio greggio,
vari derivati petroliferi, gas naturale, gas naturale liquefatto, condensati),
mentre le esportazioni risentono, come distribuzione merceologica, della
mancanza di autosufficienza dell’Algeria per quanto riguarda la produzione di
prodotti alimentari e di manufatti.
Le
tab. 1 e 2 sintetizzano il commercio estero algerino, dal punto di vista della
composizione:
Esportazioni
[% del totale] |
1997 |
1998 |
1999 |
2000 |
Petrolio greggio |
19,1 |
18,9 |
21,7 |
22,0 |
Condensati |
20,2 |
19,0 |
19,4 |
18,2 |
Prodotti petroliferi raffinati |
16,3 |
14,4 |
16,0 |
15,0 |
GPL |
7,1 |
7,4 |
9,2 |
9,7 |
Gas naturale liquefatto |
17,5 |
18,7 |
14,6 |
15,0 |
Gas naturale |
14,3 |
16,4 |
14,1 |
16,2 |
Semilavorati |
2,4 |
2,3 |
2,2 |
1,6 |
Prodotti alimentari |
3,1 |
2,9 |
2,8 |
2,3 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Tabella 1:
Andamento percentuale delle esportazioni algerine nel periodo 1997-2000 (totale
crescente con il prezzo del brent).
Importazioni [% del totale] |
1997 |
1998 |
1999 |
2000 |
Alimentari |
29,3 |
26,9 |
27,3 |
25,3 |
Energia |
1,5 |
1,3 |
1,3 |
1,1 |
Materie prime |
5,7 |
5,7 |
5,5 |
5,3 |
Semilavorati |
18,0 |
18,3 |
17,4 |
18,0 |
Attrezzature agricole |
0,3 |
0,5 |
0,8 |
0,9 |
Attrezzature industriali |
32,6 |
33,3 |
32,9 |
29,7 |
Beni di consumo |
12,6 |
14,0 |
14,8 |
19,7 |
Totale |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
100,0 |
Tabella 2:
Andamento percentuale delle importazioni algerine nel periodo 1997-2000 (totale
pressoché costante).
La
Francia conserva le più strette relazioni culturali e commerciali, risultando
il 1° fornitore e 3° cliente dell’Algeria.
Altrettanto
forti sono i legami con l’Italia, che risulta il 1° cliente (in particolare per
l’acquisto di gas naturale e di GNL) ed il 2° fornitore (in particolare di
macchinari ed attrezzature produttive), con gli USA (2° cliente e 3°
fornitore), con la Spagna e con la Germania.
Il
previsto raggiungimento dell’accordo di libero scambio con l’UE dovrebbe
favorire ulteriormente gli scambi con i paesi europei.
Come
già evidenziato, il settore energetico risulta determinante per la crescita del
paese per le enormi risorse di idrocarburi presenti nel sottosuolo algerino e
per il peso che le entrate relative alle esportazioni di idrocarburi assumono
nel bilancio nazionale.
L’Algeria
è “Full Member” dell’OPEC sin dal 1969, ed è tra i primissimi paesi
esportatori di idrocarburi e combustibili da essi derivati. Essa aderisce,
inoltre, all’OAPEC (Organizzazione di Paesi Arabi Esportatori di Petrolio), che
svolge un ruolo più politico nel salvaguardare gli interessi dei paesi arabi.
L’Algeria
fa anche parte dell’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia, che rappresenta
un’associazione indipendente delle principali compagnie energetiche del Bacino
del Mediterraneo, e di cui fanno parte l’Italia (Eni, Enel), la Francia (EdF,
GdF, Total), la Spagna (Endesa, Red Electrica), l’Algeria (Sonatrach,
Sonelgaz), l’Egitto (Eea), Israele (Iec) e l’Autorità Palestinese (Pec).
Assieme
alla tradizionale attività di esportazione, assume oggi un ruolo sempre più
preminente la ricerca e lo sviluppo delle risorse, che in Algeria sta evolvendo
sempre più verso la forma della concessione a privati europei o statunitensi
(trattasi di concessioni in compartecipazione con le aziende statali algerine,
in particolare con Sonatrach, la società nazionale per gli idrocarburi) che
assicurano cospicue royalties e capitali per le tecnologie necessarie alla
scoperta di nuovi giacimenti.
Infine,
oltre che come paese esportatore di fonti primarie di energia, sarà
interessante analizzare il paese anche come produttore di prodotti derivati
petroliferi e come utilizzatore di energia, studiando il bilancio energetico
nazionale e le sue tendenze di sviluppo.
L’Algeria rappresenta il
quinto produttore mondiale di gas naturale ed il ventesimo produttore di
petrolio e derivati petroliferi.
Sebbene il prezzo dei
diversi idrocarburi sia in qualche modo collegato all’andamento generale del
mercato dei combustibili (e quindi il costo del gas si adegua, con una certa
inerzia, alle quotazioni del brent), le problematiche connesse alla ricerca,
all’estrazione ed alla commercializzazione dei diversi combustibili sono molto
diverse, e vanno pertanto analizzate singolarmente.
In tal senso, l’Algeria che
produce ed esporta diversi idrocarburi ha dovuto attuare piani progettuali di
sviluppo distinti per le diverse risorse, e finalizzati ad assicurare un
contributo al processo di sviluppo del paese, in termini di entrate relative
alle esportazioni, cospicuo e sufficientemente prolungato nel tempo.
Un quadro complessivo
dell’evoluzione delle esportazioni di idrocarburi negli ultimi anni è
rappresentato in fig. 1:
Fig. 1: Evoluzione delle esportazioni di fonti
primarie di energia.
(fonte: Ministre de l’Energie et
des Mines)
È
facile riconoscere come il gas naturale abbia subito il maggiore sviluppo, e
risulti oggi insieme al petrolio greggio ed ai condensati la principale risorsa
in termini di quantità esportata.
Per
quanto detto riguardo alle diverse problematiche relative all’accrescimento
delle risorse e della produzione, alla commercializzazione ed alle sue recenti
fasi storiche, è opportuno analizzare separatamente i diversi idrocarburi prodotti.
La
produzione commerciale di gas naturale in Algeria fu iniziata nel 1961.
Le
risorse sotterranee ad oggi provate ammontano a circa 160 mila miliardi di Nmc
(il 57% delle riserve totali di idrocarburi presenti in Algeria), facendo
dell’Algeria l’ottavo “serbatoio” mondiale di gas naturale.
La
Sonatrach, inoltre, stima il limite di risorse potenzialmente utilizzabili in
204 mila miliardi di Nmc.
La
produzione di gas, destinato sia al consumo interno che, soprattutto,
all’esportazione, è gradualmente cresciuta negli ultimi anni anche a seguito
della graduale conversione al gas degli impianti di produzione elettrica o
termica dei paesi occidentali, per i quali il gas naturale sta divenendo il più
usato tra i combustibili fossili (per ragioni prevalentemente legate
all’inquinamento ambientale ed al costo calorico ridotto).
Negli
anni 2000 e 2001 la produzione ha superato i 70 miliardi di Nmc, che
rappresentano poco più del 3% dei circa 2.550 miliardi di Nmc che rappresentano
la domanda mondiale di gas naturale. Tale produzione, comunque, è previsto
debba crescere in accordo al trend mondiale del mercato del gas naturale che
prevede una crescita del 3,5 % annuo della domanda nel prossimo decennio.
Il
più rilevante giacimento di gas è quello super-giant di Hassi R’Mel
(nell’altipiano centrale), con riserve provate pari a 85 mila miliardi di Nmc,
e che produce circa 40 milioni di Nmc al giorno, quasi un quarto dell’intera
produzione nazionale.
Gli
altri giacimenti sono di dimensioni variabili (comunque solo qualche giant
e numerosi majors) e distribuiti sul suolo in piccoli sistemi, come
quello nella regione Rhourde Nouss (a metà tra il 35° ed il 36° parallelo, in
prossimità del confine libico) che conta 13 mila miliardi di Nmc di riserve
provate e suddivise in 5 giacimenti (Rhourde Nouss, Rhourde Noss Sud-Est,
Rhourde Adra, Rhourde Chouff e Rhourde Hamra).
Riserve
inferiori sono presenti nei giacimenti della regione di In Salah (9 mila
miliardi di Nmc), di Tin Fouye Tabankort (5,1 mila miliardi di Nmc), di Alrar
(4,7 mila miliardi di Nmc) di Ouan Dimenta (1,8 mila miliardi di Nmc) e di Oued
Noumer.
Il
gas naturale viene trasportato attraverso pipelines che attraversano il paese e
che lo collegano all’Europa.
Tra
le infrastrutture a sviluppo interno al territorio algerino, le principali
sono:
-
le pipelines che
collegano Hassi R’Mel ad Arzew: si tratta di 4 linee di 508 km di lunghezza,
costruite tra il 1961 ed il 1989, che alimentano le centrali di liquefazione
del gas naturale situate in prossimità del porto di Arzew;
-
quelle che collegano
Hassi R’mel a O. Safsaf: si tratta di due linee, di 549 Km, costruite tra il
1982 ed il 1986;
-
quelle che collegano
Hassi R’Mel a Skikda: si tratta di due linee da 573 Km, un’entrata in funzione
nel 1978 e l’altra di potenziamento entrata in funzione nel 1996, che
alimentano la centrale di liquefazione;
-
quella che collega Hassi
R’Mel ad Isser: linea di 436 Km entrata in funzione nel 1981;
-
quelle che collegano
Alrar ad Hassi R’Mel: si tratta di due linee da 959 Km entrate in funzione nel
1987 e nel 1996;
-
quella che collega Gassi
Touil ad Hassi Messaoud: linea di 150 Km entrata in funzione nel 1976;
-
quella che collega Hassi
R’Mel all’Europa: si tratta di una linea, la cosiddetta Mmaghreb-Europe gas
pipeline, di cui solo 521 Km sono sul suolo algerino, e che attraversando il
Marocco e lo stretto di Gibilterra giunge alla Spagna verso il porto di Huelva
(che è anche un terminale d’importazione di navi di GNL). Tale linea è stata
completata nel 1996, ed ha una capacità di esportazione pari a 27 miliardi di
Nmc all’anno. La crescente domanda da parte dei paesi UE ha portato Sonatrach
ad avviare un contratto da 93 milioni di dollari USA per la costruzione di una
centrale di compressione sulla linea per innalzarne la capacità a 37 miliardi
di Nmc all’anno;
-
quella che collega
l’Algeria alla Sicilia: si tratta di due linee, di cui solo 555 Km su suolo
algerino, che compongono la cosiddetta Trans-Mediterranean pipeline (rinominata
Enrico Mattei), e che sono entrate in funzione la prima nel 1983 e la seconda
nei primi anni Novanta, e che assicurano all’Italia circa 25 miliardi di Nmc
all’anno di gas naturale (sebbene abbiano una capacità notevolmente superiore).
Sono in fase di progetto e di realizzazione
altre linee, come quella tra Teguentour ed Hass R’Mel, di 526 Km.
È stato inoltre effettuato,
in accordo tra TotalFinalElf, Sonatrach e la Spagnola Cepsa, lo studio di
fattibilità del Medgaz, una nuova linea che dovrebbe collegare direttamente
l’Algeria con l’Europa, partendo da Hassi R’Mel, passando per il porto di Arzew
fino a giungere ad Almeira, in Spagna.
Grande interesse riveste,
in questo momento di forte espansione del mercato del gas, il tema
dell’accrescimento delle riserve, che a causa delle metodologie di ricerca
sempre più sofisticate richiede la disponibilità di capitali consistenti.
Per rendere disponibili
tali capitali, vengono stipulati accordi pluriennali di production sharing, che
contemplano gli investimenti da parte dei privati esteri per la scoperta di
nuovi giacimenti.
La regione in cui saranno
compiuti i maggiori sforzi di ricerca sarà quella dell’In Salah, nel tentativo
sia di scoprire nuovi campi, sia di accrescere alcuni di quelli esistenti (in
particolare quelli di Garat al-Bafinat, Teguentour, Krechta, Reg, In Salah,
Hassi Moumeme e Gour Mahmoud), per i quali rispetto ad una capacità attuale di
5 mila miliardi di Nmc, si stima un potenziale di oltre 10 mila miliardi di
Nmc. In Salah diventerebbe così il secondo gas field dell’Africa
settentrionale, dopo Hassi R’Mel e consentirebbe di innalzare la produzione
annua algerina del 15%. È già prevista
la costruzione di una pipeline, del costo di 1 miliardo di dollari USA, che
colleghi i nuovi giacimenti ad Hassi R’Mel.
Tali esplorazioni saranno
realizzate dalla In Salah Gas, la joint-venture tra la Sonatrach e la
multinazionale inglese BP, la più grande che la Sonatrach abbia fatto con
compagnie straniere. I costi verranno sostenuti per il 65% da BP e per il 35%
da Sonatrach.
Oltre ad In Salah, un altro
importante progetto di espansione per il gas naturale riguarda la zona di
Ohanet.
Ad Ohanet, situata nella
provincia di Illizi, nella zona a nord-est del tratto sahariano algerino ed a
quasi 100 km dal confine con la Libia, il progetto di espansione è del costo di
1 miliardo di dollari e vede coinvolto un gran numero di partners internazionali
(l’australiana BHP che gestirà il giacimento in partnership con Sonatrach,
sostenendo il 45% del costo totale, la Woodside Petroleum con il 15%, la Japan
Ohanet Oil and Gas, la svedese-elvetica ABB e la statunitense Petrofac). La
produzione dovrebbe essere avviata nel corso del 2003 ed includerà gas e gas di
petrolio liquefatto. Il progetto include un impianto di trattamento del gas,
con una capacità di 62 milioni di Nmc/giorno, nonché una pipeline.
Esistono poi numerosi
grossi contratti di joint-venture siglati da Sonatrach, ed altri di dimensioni
minori ne vengo stipulati al ritmo di 2/3 al semestre.
Alcuni dei più importanti
contratti per l’accrescimento delle risorse avviati negli ultimi anni sono:
-
Un progetto da 900
milioni di dollari avviato dalla collaborazione tra Amoco Corp. e Sonatrach per
sviluppare il giacimento di In Amenas, area sita nel sud dell’Algeria. Il
progetto comprende anche la costruzione di una pipelines e di un impianto di
trattamento del gas con capacità pari a 65 milioni di Nmc/giorno.
-
Un progetto di
espansione dei giacimenti di Tamadanet, nel sud-est algerino, in collaborazione
tra Petro-Canada e Sonatrach. Petro-Canada, tra l’altro, ha già realizzato un
progetto in joint-venture, che ha portato alla scoperta del giacimento di
Timellouline Sud-1, che produce circa 11 milioni di Nmc/giorno di gas, oltre a
5.800 barili al giorno di condensati.
-
Un progetto di
espansione del giacimento di Tin Fouye Tabankort, avviato nel 1999 dalla
spagnola REPSOL in joint-venture con Sonatrach e Total Fina Elf.
Nel complesso, mentre i
consumi interni convergono verso un utilizzo espansivo del gas naturale, come
sarà mostrato nel paragrafo dedicato al bilancio energetico interno del paese,
l’attività di ricerca finalizzata all’esportazione risulta ancora
prevalentemente e contribuisce a fondare i forti legami che si sono creati tra
Algeria ed i paesi occidentali più sviluppati.
L’Algeria fu il primo
produttore di GNL al mondo quando, nel 1964, entrò in opera l’impianto di
liquefazione di Arzew, sito in prossimità del porto e di proprietà della
Sonatrach.
Da allora ha preso il via
il piano di sviluppo di diversi impianti per la liquefazione del gas naturale e
di una rete di trasporto attraverso navi metaniere che collegano i porti
algerini con i principali pesi occidentali. L’Algeria si è in tal modo adeguata
al processo che, su scala mondiale, vede il GNL costituire il 4 % di tutto il
gas commercializzato.
Dal punto di vista
infrastrutturale, l’Algeria conta oggi 5 grandi impianti di liquefazione (tutti
collegati al super-giant di Hassi R’Mel), di cui 3 in prossimità del porto di
Arzew e 2 in prossimità di quello di Skikda:
-
impianto di Arzew GL4Z
(Camel), cui si è già accennato, basato sulla metodologia di liquefazione
Technip e con una capacità di oltre 10 miliardi di Nmc all’anno realizzata
lungo un’unica linea di liquefazione. L’impianto, per il quale nel 1997 si era
avviata la procedura di decommissioning, è stato recentemente rinnovato per
obiettivi di riserva interna, innalzandone del 60 % la capacità produttiva;
-
impianto di Skikda GL1K
(Phase I), di proprietà e gestito da Sonatrach, entrato in funzione nel 1972 e
basato anch’esso sulla metodologia Technip di liquefazione. Concepito con 3
linee di liquefazione, è stato dal Marzo del 1997 dotato di due nuove linee ad
opera di Gaz de France e della sussidiaria Sofregaz. La capacità raggiungerà
gli 8,2 miliardi di Nmc all’anno;
-
impianto di Arzew GL1Z,
entrato in funzione nel 1978, di proprietà e gestito da Sonatrach e basato
sulla metodologia APCI di liquefazione. Concepito con 6 linee di liquefazione,
sta subendo ad opera della statunitense Bechtel un programma di rinnovo che ne
innalzerà la capacità a 12,1 miliardi di Nmc all’anno, dai precedenti 10,5
miliardi;
-
impianto di Arzew GL2Z,
entrato in funzione nel 1981, di proprietà e gestito da Sonatrach, e basato
sulla metodologia APCI di liquefazione. Concepito con 6 linee di liquefazione,
la sua capacità è stata innalzata, ad opera della Kellogg, a 12,1 miliardi di
Nmc all’anno, dai precedenti 10,5 miliardi;
-
impianto di Skikda GL1K
(Phase II), entrato in funzione nel 1981, di proprietà e gestito da Sonatrach,
e basato sulla metodologia Prico di liquefazione. Si sviluppa su 3 linee di
liquefazione ed ha una capacità di circa 8 miliardi di Nmc all’anno.
I piani di rinnovamento o
potenziamento sono stati resi necessari sia dalla crescente domanda, sia dalla
necessità di utilizzare metodologie più moderne e cost-effective, al fine di
reggere la concorrenza dei paesi asiatici che possono contare su costi
operativi inferiori.
Nel 1998 l’Algeria è stata
il secondo esportatore mondiale di GNL, con il 22% del totale commercializzato,
con un ritmo di esportazione di poco superiore ai 150.000 barili/giorno.
I principali acquirenti del
GNL algerino sono gli USA, la Francia, l’Italia, la Spagna, la Turchia ed il
Belgio.
Le grandi aziende energetiche
di tali paesi hanno firmato contratti pluriennali di approvvigionamento di GNL,
tra i quali i principali sono:
-
4 contratti stipulati
con Gaz de France (Francia), iniziati nel 1965 e rinnovati successivamente,
hanno portato in Francia oltre 5 milioni di ton/anno di GNL;
-
1 contratto con la belga
Distrigaz, iniziato nel 1982 e siglato con opzione di rinnovo sino al 2013, ha
portato in Belgio oltre 3 milioni di ton/anno di GNL;
-
1 contratto con la
spagnola Enagas, iniziato nel 1978 con opzioni di rinnovo sino al 2013 per 2,4
milioni di ton/anno ed elevato a 2,8 milioni di ton/anno;
-
1 contratto con la turca
Botas, iniziato nel 1994 e della durata di 19 anni, per l’acquisto di 2,96
milioni di ton/anno di GNL;
-
2 contratti, con le
statunitensi Distrigas e Panhandle, iniziati uno nel 1978 (e rinnovato nel
1988) e l’altro nel 1989, per l’acquisto di complessivi 1,48 milioni di
ton/anno di GNL;
-
1 contratto con
l’italiana Snam, iniziato nel 1997 e della durata di 16 anni, per l’acquisto di
1,33 milioni di ton/anno di GNL;
-
1 contratto con la greca
Depa, iniziato nel 1998 e della durata di 15 anni, per l’acquisto di 0,52
milioni di ton/anno.
Sebbene la prima scoperta
in Algeria, relativa al giacimento di Hassi Messaoud, risalga al lontano 1956,
il potenziale algerino rimane ancora di difficile stima come l’elevato tasso di
accrescimento delle risorse provate ed il moltiplicarsi delle esplorazioni
lasciano intendere.
Ad oggi le risorse provate
ammontano a circa 9,5 miliardi di barili. Per quanto concerne invece il ritmo
di produzione, l’Algeria nel 2000 è stata attorno alla ventesima posizione
nella lista dei maggiori produttori di greggio, con una produzione di 802.000
barili/giorno. Tale livello produttivo è stato raggiunto grazie allo sviluppo
delle risorse reso possibile dall’apertura del settore all’ingresso di capitali
privati esteri; la produzione si è così attestata sui limiti relativi alla
quota OPEC, fissati per l’Algeria in 805.000 barili/giorno (valore, questo, che
ha subito negli ultimi anni delle piccole riduzioni).
Le esportazioni di greggio,
del tutto prevalenti rispetto al consumo interno, vedono come principali
destinazioni gli Stati Uniti ed i paesi europei.
Dal punto di vista
qualitativo, il greggio estratto dal sottosuolo algerino può essere considerato
di buona qualità, risultando alcune proprietà leggermente variabili tra i
diversi giacimenti.
Mentre i maggiori tra
questi, siti nel centro del paese, sono classificati come 46° API (greggio di
buona qualità), il Blend Oil estratto dai giacimenti sahariani è considerato
tra i migliori del mondo, essendo classificato 45° API, con contenuto di zolfo
pari allo 0,05 % e presenza di metalli trascurabile.
Il giacimento di massime
dimensioni è quello di Hassi Messaoud, sito nella zona centrale del paese, che
produce circa 400.000 barili/giorno di greggio. La sua capacità è stimata in
6,4 miliardi di barili, pari a circa il 70 % delle riserve provate algerine.
Gli altri principali
giacimenti, tutti di proprietà e gestiti da Sonatrach, sono quelli di Rhourde
el-Baguel (il secondo maggiore dopo quello di Hassi Messaoud), Tin Fouye
Tabankort Ordo, Zarzaitine, Haoud Berkaoui/Ben Kahla, el-Gassi el-Agreb ed Ait
Kheir. La maggior parte dei piccoli giacimenti è sita nella zona in prossimità
del confine con la Libia.
Anche il giacimento di gas
di Hassi R’Mel, inoltre, contribuisce alla produzione di greggio con circa
18.000 barili/giorno.
Il greggio è trasportato
attraverso una serie di pipelines di non recente costruzione, le cui principali
linee sono:
-
quella che collega Haoud
El Hamra con Bejaia (porto commerciale sito tra Algeri e Skikda), passando per
Hassi Messaoud, della lunghezza di 660 Km e risalente al 1959;
-
quella che collega In
Amenas con La Skhirra (Tunisia), della lunghezza di 265 Km e risalente al 1960;
-
quella che collega Haoud
El Hamra con Arzew, passando per Hassi Messaoud, della lunghezza di 801 Km e
risalente al 1965;
-
quella che collega Beni
Manssour ad Algeri (diramazione della Haoud El Hamra-Bejaja), della lunghezza
di 131 Km e risalente al 1971;
-
quella che collega Haoud
El Hamra a Skikda, passando per Hassi Messaoud, della lunghezza di 637 Km e
risalente al 1972;
-
quella che collega
Mesdar ad Haoud El Hamra, della lunghezza di 108 Km e risalente al 1972;
-
quella che collega El
Borma (giacimenti nella regione di Rhourde) a Mesdar, della lunghezza di 272 Km
e risalente al 1977;
-
quella che collega In
Amenas con Haoud El Hamra, della lunghezza di 630 Km e risalente al 1983.
Sia le risorse provate, che
il sistema infrastrutturale per il trasporto del greggio sono in fase di
costante evoluzione, grazie prevalentemente alle numerose joint-ventures in
accordo di production sharing tra Sonatrach e grandi compagnie energetiche
occidentali (ad oggi circa 25 grandi imprese straniere, provenienti da 20
diversi paesi, sono impegnate in tali accordi), secondo un processo simile a
quello già descritto per l’accrescimento del settore di produzione del gas.
I principali contratti
stipulati per l’accrescimento delle risorse e delle capacità produttive sono:
-
quello che lega
Sonatrach con la statunitense Amerada Hess nella joint-venture Sonahess, che
investirà 500 milioni di dollari negli anni 2001-2006 per accrescere la
produttività dei 3 giacimenti di el-Gassi, el-Agreb e Zotti dai precedenti
30.000 barili/giorno ai 45.000 barili/giorno;
-
quello che lega la
statunitense Anadarko, l’anglo-scozzese Lasmo e la danese Maersk Oile per lo
sviluppo del giacimento di Hassi Berkine South, ed in particolare del Block
404. La sua capacità sarà accresciuta a 285.000 barili/giorno dai precedenti
65.000 barili/giorno;
-
quello che vede
coinvolta l’australiana BHP, che investirà 833 milioni di dollari USA per lo
sviluppo del bacino di Berkine, con una produzione che sarà avviata nel corso
del 2003;
-
quello che vede
impegnata la canadese First Calgary Petroleums Ltd nell’esplorazione del Block
406a (Rhourde Yacoub) nel giacimento di Berkine;
-
quello che lega la
nordamericana Burlington Resources, la canadese Talisman Energy Inc. e la
Sonatrach, nel programma di sviluppo del Block 405a del giacimento MLN;
-
quello che vede
impegnata la spagnola CEPSA insieme alla Sonatrach nel piano di sviluppo da 1,3
miliardi di dollari Usa per il giacimento da 1 miliardo di barili di Ourhoud.
Il giacimento, per il quale si prevede una produzione di 230.000 barili/giorno,
è diviso in tre blocchi gestiti dalla Anadarko, dalla Cepsa e dalla Burlington
Resources. Il piano di sviluppo ha previsto anche la messa in funzione di una
pipeline da 500.000 barili/giorno giù completata da un consorzio guidato dalla
Anadarko;
-
quello stipulato dalla
statunitense Halliburton, della durata di 8 anni, che prevede la fornitura di
EOR services e l’aumento della produzione ad Hassi Messaoud;
-
quello, da 1,3 miliardi
di dollari USA, stipulato con Sonatrach dall’Atlantic Richfield Company (Arco)
per aumentare la produzione del giacimento di Rhourde El Baguel dai precedenti
27.000 barili/giorno a 125.000 barili al giorno dal 2003. Tale giacimento,
infatti, è sempre stato sottoutilizzato, tanto che solo 450 milioni di barili
dei circa 3 miliardi accertati nel giacimento sono stati estratti dal 1963 al
1996.
Parte del greggio prodotto
dai diversi giacimenti è condotto, attraverso le pipelines descritte, verso le
cinque raffinerie di cui l’Algeria dispone, che presentano una capacità
complessiva di 503.000 barili/giorno di greggio:
-
l’impianto di Hassi
Messaoud, con una capacità di 29.000 barili/giorno, rifornisce di derivati
petroliferi per usi interni il sud del paese;
-
il piccolo impianto di
In Amenas, con una capacità di 7.000 barili/giorno, rifornisce anch’esso la
parte meridionale dell’Algeria;
-
la raffineria di Skikda
che processa oltre 335.000 barili/giorno di greggio proveniente dal giacimento
di Hassi Messaoud;
-
la raffineria di Algeri,
della capacità di 60.00 barili/giorno circa;
-
la raffineria costiera
di Arzew, con una capacità di 59.000 barili/giorno che utilizza il Saharian
Blend Oil per ottenere sia prodotti di raffinazione leggeri che residui pesanti
destinati sia al consumo interno che all’esportazione.
È stimato che la domanda
interna potrebbe rendere necessari ulteriori 150.000-200.000 barili/giorno di
capacità di raffinazione, ma l’investimento di circa 1,5 miliardi di dollari
che si renderebbe necessario per la costruzione di una raffineria di tali
dimensioni ha finora frenato l’avvio di tale progetto.
Ancora un aspetto resta da
esaminare per descrivere le infrastrutture connesse all’esportazione di
petrolio e derivati petroliferi, e cioè il parco dei terminali di stoccaggio
siti sul territorio nazionale.
I principali sono sette, e
sono situati ad Algeri, Annaba, Arzew, Bejaia, Oran, Skikda e La Skhirra (sita
in territorio tunisino, collegata ad El Borma tramite delle condutture).
Essi sono utilizzati per lo
stoccaggio di greggio, prodotti raffinati e GNL, principalmente destinati alle
esportazioni. Il 40% delle esportazioni totali di idrocarburi viene movimentato
attraverso il porto di Arzew, dove il governo vuole ulteriormente accrescere il
polo industriale con la creazione di una raffineria per condensati ed un
impianto di dissalazione. Nel 1998, inoltre, sono stati avviati dei lavori per
il potenziamento del porto di Arzew, al fine di adeguare la capacità portuale
ai crescenti volumi di prodotti in transito.
I condensati, che
costituivano nel 1997 il prodotto maggiormente esportato dall’Algeria, hanno
relativamente ridotto la loro quota percentuale grazie alla crescita delle
esportazioni di gas naturale, iniziata poco prima.
I condensati hanno quindi
leggermente aumentato la loro incidenza nelle esportazioni globali dal 2000 in
poi.
Le esportazioni nel 2001
hanno così superato i 2 Mtep.
I condensati sono
trasportati dai principali giacimenti di gas dove sono estratti, verso i
principali nodi della rete di trasporto, in particolare attraverso 3 principali
pipelines:
-
quella che collega Hassi
R’Mel ad Haoud El Hamra, della lunghezza di 306 Km ed entrata in funzione nel
1960;
-
quella che collega
Ohanet ad Haoud El Hamra, della lunghezza di 518 Km ed entrata in funzione nel
1961;
-
quella che collega Hassi
R’Mel ad Arzew, della lunghezza di 506 Km ed entrata in funzione nel 1978.
Come si è evidenziato, i
contributi dei singoli idrocarburi alle esportazioni totale del paese variano
in relazione alla congiuntura internazionale, legata sia al problema
dell’inquinamento che alle quote di produzione fissate dall’OPEC (spesso in
relazione all’equilibrio politico internazionale, e con immediata ripercussione
sul prezzo di vendita di tutti i combustibili).
L’attività di ricerca
finalizzata all’esportazione risulta oggi ancora prevalente, per la necessità
di sviluppare le risorse in maniera da seguire il trend del mercato, che
risulta in forte espansione (specie per il gas naturale).
L’elevato grado di sviluppo
tecnologico richiesto dall’attività di accrescimento delle risorse utilizzabili
ha favorito la collaborazione, in joint-ventures commerciali, con le più grandi
multinazionali dell’energia.
Ciò contribuisce a fondare
i forti legami che si sono creati tra l’Algeria ed i paesi occidentali più
sviluppati.
Tali legami, come detto,
sono sviluppati non solo a livello istituzionale ma soprattutto al livello di
grandi società per il trasporto e la trasformazione di idrocarburi. Vengono
così coinvolti gli interessi forti dei vari paesi, e nascono relazioni
di importanza ancora superiore a quella strettamente commerciale, nell’ottica
di creare una rete di interessi e conoscenze comuni che tenda a trasferire non
solo capitali, ma anche tecnologie, sviluppo e cultura.
Il trend della produzione
di energia primaria è rappresentato in fig. 2:
Fig.
2: Evoluzione della produzione di energia primaria.
(fonte: Ministre de l’Energie et
des Mines)
È semplice riconoscere come
essa segua l’andamento, già rappresentato in fig. 1, delle esportazioni, che ne
costituiscono circa l’80%.
Le fonti di energia
primaria complessivamente estratte sono parzialmente sottoposte a processi di
trasformazione, per pervenire ad una distribuzione della produzione derivata il
cui trend è rappresentato in fig. 3:
Fig.
3: Evoluzione della distribuzione della produzione derivata di idrocarburi.
(fonte: Ministre de l’Energie et
des Mines)
Sul fronte dei consumi
interni, quello totale di energia primaria registrato in Algeria nel 2001 è
stato di poco superiore ai 50 milioni di Tep, il quarto maggiore dei paesi
africani dopo la Libia, il Sudafrica e le Seychelles.
Esso risulta pari a poco
più di un quarto di quello italiano, ma non presenta, nella sua serie storica,
il chiaro trend crescente che caratterizza tutti i paesi più sviluppati; dal
1994 al 1999 il consumo complessivo si è addirittura leggermente ridotto,
indicando un miglioramento nell’efficienza dei processi di trasporto,
conversione ed utilizzo delle fonti primarie e degli utilizzi energetici
pressoché costanti. Solo dal 2000 il consumo energetico ha acquisito
un’ordinaria tendenza al rialzo. Nel complesso, oggi l’Algeria rappresenta lo
0,3% dei consumi mondiali di energia.
Alcuni parametri risultano
maggiormente indicativi del consumo totale per effettuarne deduzioni
sull’efficienza dell’uso dell’energia e sugli standard di vita relativi a tali
livelli di consumo. In particolare:
-
il consumo di energia
primaria pro-capite, utilizzabile per verificare approssimativamente il grado
di sviluppo di un paese, risulta per l’Algeria appena superiore ad 1 Tep/anno,
valore nettamente inferiore a quello medio per i paesi OCSE (pari a oltre 4,8
Tep/anno nel 2000) ed inferiore alla media mondiale, pari ad 1,6 Tep/anno;
-
l’indice di intensità
energetica, che esprime il consumo di energia per unità di output prodotta (può
essere parametrizzato a diversi tipi di output, per una nazione è
frequentemente scelto il PIL). Tale indice fornisce delle indicazioni
sull’efficienza di conversione ed utilizzo dell’energia, pur essendo sensibile
al settore prevalente dell’economia di un paese, riducendosi per società molto
avanzate in cui all’industria pesante molto energivora si sostituiscono i
servizi: Per l’Algeria l’intensità energetica nel 2001 è stata pari a 0,562
tep/1000$, più che doppia rispetto alla media OCSE che è stata pari a 0,265
tep/1000$, testimoniando sia un’economia alquanto arretrata, sia un uso poco
efficiente dell’energia;
La distribuzione dei
consumi algerini tra le diverse fonti primarie è riportata in fig. 4. Come si
può vedere, i combustibili fossili di produzione interna prevalgono nettamente,
risultando trascurabile l’apporto dei combustibili solidi e delle fonti
rinnovabili.
Figura 4: Distribuzione dei consumi di energia per
fonte primaria.
Per quanto riguarda le
fonti rinnovabili, il potenziale algerino è poco sfruttato, anche a causa della
grande quantità di idrocarburi prodotta dalla nazione, che non ha favorito la
nascita di una cultura del risparmio energetico e del ricorso al rinnovabile
come è avvenuto, invece, per la maggior parte dei paesi occidentali.
Mediamente, si stima che
oggi nei paesi maghrebini esista un potenziale di produzione da fonti
rinnovabili pari a circa a 120 TWh di energia, di cui solo 10 sono oggi
sfruttati.
L’Algeria, in tale senso,
non si distingue dal resto della regione. Una classificazione maggiormente
dettagliata dei consumi interni algerini, che tiene conto sia delle fonti
primarie utilizzate direttamente sia di quelle trasformate in fonti secondarie
è rappresentata in fig. 5:
Fig.
5: Evoluzione dei consumi interni algerini di fonti di energia primarie e
secondarie.
(fonte: Ministre de l’Energie et
des Mines)
L’efficienza complessiva
dell’uso dell’energia nel sistema algerino può essere dedotta dall’esame della
figura 6, in cui i consumi energetici sono suddivisi tra consumi intermedi o
ausiliari (industrie energetiche), perdite ed energia utile (per la produzione
di beni o servizi in industrie non energetiche e per i consumi finali):
Fig.
6: Evoluzione degli usi dell’energia.
(fonte: Ministre de l’Energie et des Mines)
Si può osservare come
l’industria energetica di trasformazione degli idrocarburi consumi quasi la
metà dell’energia rispetto agli utilizzatori finali; tale dato, inimmaginabile
per qualsiasi paese europeo, mostra come la realtà energetica algerina
necessiti di parametri di valutazione del tutto atipici (anche tali consumi,
contribuendo a realizzare circa il 40% del PIL, vanno considerati come energia
utile).
Un ulteriore
classificazione va fatta per i consumi di energia nei diversi settori; in fig.
7 è mostrato il trend ventennale di tale distribuzione:
Fig.
7: Evoluzione della distribuzione dei consumi energetici tra i vari settori.
(fonte: Ministre de l’Energie et
des Mines)
Come si può osservare, i
servizi, pur essendo il settore in cui viene consumata la maggior quantità di
energia, ricoprono una quota inferiore rispetto a quella che caratterizza i
paesi più sviluppati, mentre gli elevati consumi per i trasporti sono
paragonabili a quelli ricavati dai dati sui paesi OCSE.
2.2.1 Produzione,
trasporto ed usi finali dell’energia elettrica
La produzione di energia elettrica nel 2000 è stata pari a quasi 25 TWh, circa 1/12 di quella italiana, il che conferma un grado di sviluppo del paese relativamente modesto, essendo l’aumento della penetrazione elettrica uno dei principali fattori che accompagnano la crescita di un paese dal punto di vista economico e degli standard di vita. Per il 2005 si stima che la domanda di energia elettrica possa raggiungere i 30 TWh.
La
tabella 3 rappresenta alcune principali articolazioni del dato complessivo
sulla produzione mostrato, classificando sia per produttore che per
destinazione dell’energia elettrica:
|
Valore al 2000 [GWh] |
Tasso di variazione media annuale 1999/2000 |
Produzione totale (al lordo dei consumi ausiliari in centrale) |
24.750 |
+ 3,5 % |
Produzione netta da parte di Sonelgaz |
24.716 |
+ 3,5 % |
Bilancio d’interscambio totale |
-126,1 |
+ 225 % |
- con la Tunisia |
-0,4 |
- 84,1 % |
- con il Marocco |
-125,7 |
+ 244 % |
Energia disponibile per i consumi nazionali |
24563,0 |
+ 3,2 % |
Consumi ad alta tensione |
4.770,8 |
+ 0,9 % |
Perdite di trasmissione |
1.385,5 |
+ 2,7 % |
Energia disponibile per la distribuzione |
18.406,7 |
+ 3,8 % |
Media tensione |
6.539,9 |
+ 8,1 % |
Bassa tensione |
9.427,1 |
+ 8,4 % |
Perdite di distribuzione |
2.459,4 |
- 18,3 % |
Autoproduzione |
291,8 |
- 17,7 % |
Autoconsumo da parte degli autoproduttori |
272,2 |
- 19,1 % |
Tabella 3: Quadro
riassuntivo dell’energia elettrica annualmente prodotta e distribuita.
Tale produzione è ottenuta
in buona parte attraverso impianti termici; il contributo dei diversi tipi di
impianti per la produzione di energia al fabbisogno nazionale è rappresentato
in figura 8:
Figura 8: Diverse fonti di produzione di energia
elettrica.
La capacità produttiva
algerina ammonta a 6 Gigawatts (di cui il 95 % è da impianti termoelettrici ed
il 5 % da idroelettrici), a fronte dei circa 70 Gigawatts installati in Italia.
Si riscontra quindi un coefficiente di utilizzazione della potenza installata
sufficientemente elevato, molto simile a quello medio italiano.
I
dati in tabella 3 mostrano come la pratica dell’autoproduzione elettrica sia
scarsamente diffusa, a testimonianza di un sistema molto centralizzato che è
stato lungamente garantito da una legislazione statalista e centralista.
Il
processo legislativo in corso in parlamento porrà fine al monopolio produttivo
di Sonelgaz, società gestita dallo stato, ed aprirà le porte agli Indipendent
Power Projects (IPPs).
Per
seguire la domanda crescente del mercato, sono pianificati IPPs per 12 miliardi
di dollari USA.
I
principali progetti di nuove centrali termiche sono i seguenti:
-
una centrale da 1.200 MWe
ad Hadjiret Ennouus, in prossimità di Tipasa, che entrerà in attività nel 2004;
-
una centrale con due
turbine a vapore da 600 MW ciascuna a Terga, in prossimità di Oran Tipasa, che
entrerà in funzione nel 2006;
-
una centrale con stessa
struttura e potenza della precedente, a Koudiat Draouch, in prossimità di
Annaba, che entrerà in funzione nel 2004;
-
un’unità turbogas da 100
MW sarà realizzata in prossimità di Hassi Messaoud, anche questa con capitali
privati.
Un
altro progetto, per il quale è già stato firmato un contratto da 107 milioni di
dollari USA con l’italiana Nuovo Pignone, azienda sussidiaria della General
Electric, riguarda la costruzione di una centrale a gas ad Hassi Berkine.
Il
contratto prevede anche l’installazione, da parte di Nuovo Pignone, di un
sistema di trattamento dei gas, di sistemi per lo stoccaggio del gas liquefatto
e la predisposizione di vari servizi accessori.
Un’altra
azienda italiana, l’Ansaldo Energia, ha avviato i lavori per la centrale di
Algiers Hamma e fornirà l’impianto chiavi in mano a Sonelgaz. Il costo del
progetto, pari a 226 milioni di dollari USA, sarà sostenuto da diverse agenzie
per lo sviluppo nei paesi del Golfo.
Nel
2001 si è inoltre completato un piano quinquennale da 15,5 miliardi di dollari
USA, realizzato da Sonelgaz per diffondere la produzione e la distribuzione
elettrica.
Il
quadro legislativo ha subito negli ultimi anni profondi innovazioni, per la
necessità di aprire agli investimenti privati (prevalentemente esteri) un
settore energetico che risentiva ancora dell’assetto socialista e statalista
che il paese si era dato dopo la conquista dell’indipendenza, e che vedeva la
presenza di grossi monopoli dell’energia (essenzialmente Sonatrach per
l’esplorazione, produzione, trasporto e distribuzione di idrocarburi e Sonelgaz
per quella di energia elettrica) di proprietà o gestione dello stato.
Si
riportano alcune delle leggi quadro in materia di idrocarburi, produzione e
distribuzione dell’energia elettrica e del gas, risparmio energetico ed
efficienza. Per ognuna di queste, alcuni articoli più significativi sono
riportati, che rendono conto del progresso legislativo algerino in termini di
apertura al principio concorrenziale del mercato e in termini di sviluppo
energeticamente sostenibile:
Art.1: La presente legge ha l’obiettivo di definire:
Il
regime giuridico delle attività di ricerca, scavo, trasporto per mezzo di
canalizzazioni, raffinazione, trasformazione degli idrocarburi,
commercializzazione, stoccaggio, distribuzione dei prodotti petroliferi ed
anche delle opere e delle installazioni che consentono l’esercizio di tali
attività;
Il
quadro istituzionale che permette di gestire le suddette attività.
Per rendere operativo tale quadro istituzionale, va applicato il principio di mobilità e di adattabilità che caratterizza l’azione dello Stato, in modo di restituire al mercato quelle prerogative sinora esercitate da parte di Sonatrach S.p.a.. Così scaricata di una missione che contraddice ed ostacola la sua vocazione economica naturale, Sonatrach S.p.a. beneficia in virtù della presente legge, di un rafforzamento e di una perennizazione del suo ruolo fondamentale nella creazione di ricchezza a beneficio della collettività nazionale.
I
diritti ed i doveri degli esercenti una o più delle suddette attività.
Art.
9 : Vengono istituite due agenzie
nazionali autonome dotate di personalità morale e denominate Agenzie per gli
idrocarburi:
Un’agenzia
nazionale di controllo e regolamentazione delle attività relative alla
domanda di idrocarburi, e denominata “Autorità di regolamentazione degli idrocarburi”;
Un’agenzia
nazionale per la valorizzazione delle risorse di idrocarburi, denominata
“ALNAFT”.
Art.
17: L’Autorizzazione di Ricerca (Autorisation rilasciata dall’ALNAFT, Agenzia nazionale di
valorizzazione delle risorse di idrocarburi e che conferisce a chi ne diventa
titolare il diritto non esclusivo di eseguire lavori di ricerca all’interno di
un perimetro) può essere accordata a qualsiasi persona giuridica che faccia
richiesta di eseguire lavori.
Art.
21: Il Contratto di Ricerca conferisce al contraente il
diritto esclusivo di esercitare nel perimetro definito dal contratto stesso.
Art.
56: L’Agenzia nazionale per la valorizzazione delle
risorse di idrocarburi (ALNAFT) è incaricata di:
Quantificare
periodicamente le riserve di gas, le richieste di gas per il
soddisfacimento della domanda nazionale e le quantità di gas disponibili
per l'esportazione;
Determinare
periodicamente un prezzo di riferimento del gas;
Garantire
che l’approvvigionamento del mercato nazionale sia assicurato;
Rilasciare
le autorizzazioni eccezionali per la bruciatura in torcia del gas
(proibita dall’art. 49) ed assicurare il pagamento della tassa specifica
come indicato all’art. 49;
Fornire
e pubblicare degli studi di mercato per il gas alle diverse società
stipulanti i contratti;
Organizzare
periodicamente un forum di consultazione e di scambio d’informazioni
relative al mercato del gas ai quali saranno invitati a partecipare i
produttori di gas in Algeria e quelli stranieri, le diverse società
stipulanti contratti e che hanno scoperto riserve di gas non ancora
sviluppate, nonché dei rappresentanti dell’Autorità di regolamentazione
degli idrocarburi e della Commissione di Regolamentazione dell’Elettricità
e del Gas (C.R.E.G.).
Art. 58:
l’Agenzia nazionale per la valorizzazione delle risorse di idrocarburi (ALNAFT)
determinerà periodicamente il prezzo di riferimento e lo farà approvare dal
ministro per gli idrocarburi. Il prezzo di riferimento non potrà essere
infeiore a una percentuale del prezzo medio FOB del Sahara Blend Oil del
trimestre precedente secondo quanto pubblicato su una rivista specializzata non
contestabile.
Art.
73: Le attività di raffinazione e di
trasformazione degli idrocarburi possono essere esercitate da qualsiasi ente o
società. Le procedure d’ottenimento delle autorizzazioni richieste per la
costruzione di opere e per il loro completamento saranno definite tramite
regolamenti.
Art.
1:
L’oggetto della presente legge è di definire le regole applicabili alle
attività connesse alla produzione, la trasmissione, la distribuzione ed il
mercato ed al trasporto, la distribuzione ed il mercato del gas trasferito
attraverso pipelines.
Art. 6: Le attività di
produzione elettrica sono aperte alla concorrenza in accordo con la
legislazione in vigore e quanto previsto dalla presente legge.
Art. 7: I nuovi impianti
per produzione di energia elettrica potranno essere realizzati e gestiti da
qualsiasi persona fisica o giuridica o holding pubblica che può ottemperare
all’attività.
Art. 8: La Commissione
per la Regolamentazione definisce periodicamente un programma per la produzione
elettrica dopo una consultazione con gli operatori del sistema elettrico, con
quelli di mercato e con i distributori. Questo programma è stilato per la
durata di 10 anni.
Art. 9: Questo programma
deve includere:
Una
stima della crescita della domanda di elettricità nel medio e lungo
termine ed una identificazione dei bisogni in termini dei mezzi per la
produzione che risulteranno necessari;
Un
orientamento sulla scelta delle fonti di energia primaria realizzato
favorendo i combustibili di produzione nazionale, la promozione dell’uso
delle fonti rinnovabili e l’integrazione dei vincoli ambientali secondo
quanto previsto dalla legge;
Indicazioni
sulle tecniche di produzione di potenza elettrica da favorire, promuovendo
quelle con basse emissioni di gas ad effetto serra;
Il
riconoscimento delle necessità di contributi pubblici per la produzione di
energia elettrica e la valutazione dell'efficienza e dei costi di questi
contributi.
Art. 11: Gli impianti
progettati per l’autoconsumo, di potenza installata inferiore a 25 MW secondo
le condizioni ISO nonché i ripotenziamenti di impianti esistenti quando la
potenza è accresciuta di meno del 10% sono esonerati dall’autorizzazione di
attivazione.
Art. 21: Soggetto a
quanto previsto dalla legge e dai regolamenti in termini ambientali, ogni
persona fisica o giuridica ed i governi locali possono gestire nuovi impianti
ottenuti come potenziamenti di impianti house-hold qualsiasi forma di
cogenerazione o impianti di recycling derivati da impianti progettati per
fornire una rete di riscaldamento quando tali impianti generano un risparmio
energetico o una riduzione delle emissioni inquinanti. Comunque, essi sono
soggetti ad un’autorizzazione all’avvio dell’attività che deve essere
rilasciata dalla Commissione per la Regolamentazione.
Art. 22: Se la
Commissione per la Regolamentazione osserva un numero insufficiente di
richieste di permesso, essa può far procedere alla costruzione di nuove
centrali elettriche dopo la notificazione agli operatori del sistema, a quelli
di mercato ed ai distributori interessati. La Commissione per la
Regolamentazione prenderà i necessari provvedimenti per rispondere alle
esigenze del mercato nazionale.
Art. 29: La rete di
trasmissione dell’energia elettrica è un monopolio naturale. La sua gestione
deve essere assicurata da un’unica società.
Art. 45: La rete di
trasporto del gas è un monopolio naturale. La sua gestione deve essere
assicurata da un’unica società.
Art. 46: La Commissione
stila un programma di fornitura indicativo del mercato nazionale del gas in
collaborazione con le istituzioni coinvolte e dopo una consultazione con gli
operatori. Il programma operativo sarà sottomesso al Ministero dell’Energia per
l’approvazione. Il programma indicativo ha validità decennale.
Art. 51: Un piano di
sviluppo della rete di trasporto del gas sarà stilato dal gestore della rete
stessa, in collaborazione con gli operatori. Questo piano sarà approvato dalla
Commissione per la Regolamentazione; esso coprirà un periodo di 10 anni e sarà
aggiornato annualmente. Il piano comprenderà:
Una stima
dettagliata della capacità di trasporto necessaria;
Il programma che il
gestore della rete di trasporto intende perseguire.
Art. 61: L’organizzazione
del settore è basata sul principio di accesso dei terzi al trasporto di energia
elettrica e di gas ed alla rete di distribuzione per consentire la fornitura
diretta ai clienti idonei da parte dei fornitori di gas o dei produttori di
energia elettrica. I mercati del gas e dell’energia elettrica saranno aperti
almeno del 30% non più tardi di 3 anni dalla promulgazione della presente
legge.
Art. 63: I clienti
idonei possono liberamente negoziare i prezzi e le quantità con i produttori, i
distributori e gli operatori di mercato.
Art. 85: Le operazioni
di importazione ed esportazione possono essere condotte da qualunque persona
fisica o giuridica secondo una procedura definita per legge. La Commissione per
la regolamentazione può dare parere sfavorevole se la domanda nazionale non è
soddisfatta. I prezzi ed i contratti saranno liberamente negoziati dagli
operatori interessati.
Art. 89: Il prezzo
dell’energia elettrica è basato sulle seguenti componenti:
Quella risultante
dall’equilibrio domanda-offerta e dalle contrattazioni degli operatori di
mercato;
Il costo della
garanzia della prestazione fornita dal sistema;
Il costo dei servizi
ausiliari necessari ad assicurare la qualità del servizio.
Art. 93: La conclusione
del contratto avverrà liberamente tra gli operatori di mercato ed i clienti
idonei.
Art. 97: I prezzi
dell’energia elettrica esentati da tasse e da applicare ai clienti non idonei
saranno fissati dalla Commissione per la Regolamentazione sulla base di una
metodologia e di parametri fissati per legge e saranno gli stessi su tutto il
territorio nazionale.
Art. 98: I prezzi cui ci
si è riferiti nell’art. 97 includono i seguenti parametri:
I costi di
produzione dell’energia elettrica fissati secondo il prezzo medio del
kilowattora sul mercato dell’energia elettrica durante un periodo di
riferimento fissato dalla legge;
I costi relativi
alla distribuzione ed alla trasmissione dell’energia elettrica;
I costi di marketing
del sistema elettrico.
I prezzi possono tenere
conto di incentivi finalizzati al risparmio energetico.
Art.
99 e 100: analoghi agli artt. 97 e
98, ma per il gas.
Art. 111: Sarà istituita
una Commissione per la Regolamentazione dell’Elettricità e del Gas (CREG).
Art. 114: La Commissione
è investita di:
La missione di
realizzare e controllare il servizio pubblico di fornitura
dell’elettricità e del gas;
La missione di
consigliare le autorità pubbliche in materie relative all’organizzazione
del mercato dell’elettricità ed al funzionamento del mercato dell’elettricità
e del gas;
La missione generale
di supervisione e controllo sulle leggi ed i regolamenti legati ai
suddetti mercati.
Art. 115: Riferendosi
alle mission descritte nell’art. 114, la Commissione:
Contribuisce
all’elaborazione dei regolamenti d’implementazione forniti dalla presente
legge;
Esprime
motivati pareri e sottopone proposte all’interno del contesto generato
dalla legislazione vigente;
Co-opera
con le istituzioni coinvolte per il rispetto della concorrenza;
Propone
standard generali e specifici sulla qualità della fornitura e dei servizi
al cliente, come pure progetta le misure di controllo;
Approva
in prima istanza le regole e le procedure cui devono attenersi gli
operatori del sistema, gli operatori del mercato ed i gestori della rete
di trasporto del gas;
Assicura
condizioni di neutralità del gestore della rete di trasporto del gas,
degli operatori di sistema e di quelli di mercato nelle relazioni con gli
altri attori coinvolti;
Assicura
l’assenza di posizioni dominanti di altri attori attraverso la pressione
sugli operatori di sistema e di mercato;
Controlla
e fissa gli obblighi di servizio pubblico;
Controlla
l’implementazione delle tecniche di regolamentazione, di igiene, di
sicurezza e di protezione delle condizioni ambiente;
Prende
iniziative, per la frazione che afferisce alla sua missione, in materia di
supervisione ed organizzazione del mercato elettrico e di quello nazionale
del gas;
Regola,
in prima istanza, le operazioni di concentrazione di imprese o di
agglomerazione delle concorrenti nella produzione di energia elettrica da
parte di un’impresa, sempre nel contesto della legislazione vigente.
Fissa
ed aggiorna le richieste in termini di capacità installata per la
produzione di elettricità ed il programma indicativo per la fornitura del
gas sul mercato nazionale;
Approva
piani per lo sviluppo e la diffusione dell’energia elettrica e delle reti
di trasporto del gas, avanzati dai gestori di tali reti e dai produttori.
Controlla inoltre l’avanzamento di tali piani in fase di implementazione.
Studia
applicazioni e rilascia permessi per la realizzazione e la messa in opera
di nuovi impianti di produzione e nuove infrastrutture di trasporto,
comprese le linee dirette dell’elettricità e le pipelines dirette per
trasporto di gas. Essa controlla inoltre la congruenza con quanto previsto
nelle autorizzazioni.
Può
organizzare consultazioni preliminari relative ai suoi compiti ed alle sue
decisioni.
Determina
sanzioni amministrative contro il non-rispetto di regole e standard come
le indennità da pagare ai consumatori.
Interviene
nell’implementazione delle regolamentazioni e nella remunerazione degli
operatori del settore.
Interviene
nell’implementazione delle regolamentazioni dei prezzi da applicare agli
acquirenti nel sistema di prezzi pianificato.
Propone
alle istituzioni competenti, annualmente o quando necessario e dopo
consultazioni con gli operatori, il mantenimento o la modificazione dei
livelli di prezzo.
Effettua
le valutazioni dei costi e delle perdite relative al servizio pubblico ed
ai suoi costi di transizione.
Assicura
la gestione dei fondi per l’equalizzazione dei prezzi e dei costi relativi
alla transizione verso un mercato concorrenziale, sia per il mercato
dell’energia elettrica che per quello del gas
Detiene
tutti i contratti di acquisto e vendita di energia elettrica e gas.
Conduce
ricerche e studi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas.
Conduce
analisi relative ai contratti conclusi nel settore dell’elettricità e del
gas per il mercato nazionale, pubblica sommari che includono indicazioni
sulle quantità ed i prezzi medi sul mercato preservando la riservatezza di
tali dati.
Organizza
convegni pubblici.
Sviluppa
azioni di sensibilizzazione ed informazione verso gli attori interessati
al suo campo d’azione.
Pubblica
informazioni utili per la difesa dei diritti dei consumatori.
Sottopone
al Ministro dell’Energia un rapporto annuale sullo svolgimento delle sue
funzioni e sull’evoluzione del mercato.
Art. 165: Gli apparati
pubblici incaricati di monitorare le attività industriali e commerciali di
Sonelgaz, che è stata trasformata in una holding di compagnie tramite diverse
joint-venture, condurranno le sue attività attraverso le sue compagnie
sussidiarie per la produzione, trasmissione e fornitura di energia elettrica e
fornitura di gas in accordo con le condizioni già espresse nella presente legge
ed a tutti i regolamenti in vigore.
Lo
stato manterrà il possesso della quota di maggioranza di Sonelgaz-Spa.
SONELGAZ
SPA può condurre, sia in Algeria che all’estero, le attività che direttamente
od indirettamente sono connesse ai suoi obiettivi e che includono la ricerca,
la produzione e la fornitura di idrocarburi.
Art.
1: Il presente decreto ha l’obiettivo
di regolamentare le attività di stoccaggio, e distribuzione dei prodotti
petroliferi, nonché di condizionamento del gas di petrolio liquefatto e di
trasformazione dei bitumi.
Art.
2: L’approvvigionamento del mercato
nazionale di prodotti petroliferi costituisce una missione di servizio
pubblico.
Art.
7: Sono sottomesse all’autorizzazione
preliminare del ministro per gli idrocarburi la creazione, l’estensione,
il trasferimento e la cessazione di:
·
Depositi di stoccaggio
di prodotti petroliferi;
·
Canalizzazioni per il
trasporto di prodotti raffinati e di gas di petrolio liquefatto;
·
Centri di ottenimento di
gas di petrolio liquefatto, a meno che tutte le modifiche non conducano ad un
aumento della capacità di tali installazioni;
·
Unità di trasformazione
dei bitumi;
·
Punti vendita di
carburanti.
Un
grande progetto, inoltre, sintetizza la presa di coscienza e l’accresciuto
impegno dell’Algeria sul tema dell’efficienza energetica e della riduzione
dell’impatto ambientale del settore energetico.
Tale
progetto nasce con la promulgazione della legge quadro denominata “Maitrise
de l’Energie”, che è di seguito riportata e che ricorda, in alcuni suoi
aspetti fondamentali, il primo Piano Energetico Nazionale realizzato in Italia
(con le dovute differenze, relative soprattutto alla notevole differenza di
disponibilità interna di fonti primarie).
Maitrise de l’Energie
Art.
1: La presente legge ha per obiettivo
di definire le condizioni ed i mezzi d’implementazione della politica nazionale
di maitrise de l’Energie.
Art. 2:
La maitrise de l’energie comprende l’insieme di
misure e di azioni messe in opera in vista di un uso razionale dell'energia,
dello sviluppo delle risorse rinnovabili e della riduzione dell’impatto
ambientale del sistema energetico.
Art. 3:
L’uso razionale dell’energia interessa
l’azione di ottimizzazione del consumo di energia, ai diversi livelli di
produzione, trasformazione e consumo finale nei settori dell’industria, dei
trasporti, terziario e residenziale.
Art. 4:
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili,
vista l’introduzione e la promozione di filiere di trasformazione delle energie
rinnovabili utilizzabili, costituite prevalentemente dall’energia solare, dalla
geotermica, dalle biomasse, dall’idroelettricità e dall’energia eolica.
Art. 6:
La maitrise de l’energie mira
ad orientare la domanda di energia verso una maggiore efficacia del sistema di
consumo, attraverso un modello di consumo energetico nazionale, nel quadro
della politica energetica nazionale.
·
L’uso prioritario e
massimale del gas naturale, in particolare per gli usi termici finali;
·
La diffusione dell’uso
del gas di petrolio liquefatto (G.P.L.), in complementarietà con il gas
naturale;
·
L’utilizzo
dell’elettricità per gli usi obbligati;
·
La promozione delle
fonti rinnovabili di energia;
·
La riduzione progressiva
della frazione di prodotti petroliferi nel bilancio dei consumi nazionali di
energia;
·
Il risparmio energetico,
la sostituzione tra le fonti energetiche utilizzate per le varie applicazioni,
la riduzione delle perdite a livello della produzione di energia, della sua
trasformazione ed utilizzazione.
Art. 7:
La maitrise de l’energie è un
programma di pubblica utilità che permette di assicurare ed incoraggiare il
progresso tecnologico, l’aumento dell’efficacia economica e di contribuire ad
uno sviluppo durevole, in particolare attraverso:
·
La preservazione e
l’accrescimento delle risorse energetiche nazionali non rinnovabili;
·
La promozione della
ricerca e dello sviluppo, dell’innovazione tecnica e la diffusione di tecnologie efficaci;
·
Il miglioramento dello
stile di vita, la protezione dell’ambiente ed un contributo alla ricerca dei
migliori equilibri in materia di gestione del territorio;
·
La riduzione dei bisogni
d’investimento nel settore dell’energia;
·
Il soddisfacimento della
domanda energetica nazionale;
·
Il miglioramento della
produttività nazionale e la competitività delle imprese a livello nazionale ed
internazionale.
Metodologie per l’implementazione della maitrise de
l’energie
Art. 8: L’implementazione della maitrise
de l’energie consiste principalmente nei vincoli e nei mezzi necessari
che sono di seguito elencati:
·
L’introduzione di norme
ed esigenze di efficienza energetica;
·
Il controllo
dell’efficienza energetica;
·
L’audit energetico
obbligatorio e periodico;
·
La ricerca e lo
sviluppo;
·
I finanziamenti per la maitrise
de l’energie;
·
Le misure
d’incoraggiamento e d’incentivazione;
·
Il coordinamento delle
azioni per il risparmio energetico;
·
Il miglioramento della
conoscenza del sistema energetico;
·
La sensibilizzazione
degli utenti.
Sezione
1
L’isolamento
termico negli edifici nuovi
Le
norme d’isolamento termico
A
titolo transitori, il carattere obbligatorio dell’isolamento termico non si
applica agli edifici privati per uso personale (residenziale).
Sezione
2
Le
apparecchiature funzionanti ad elettricità, a gas ed a prodotti petroliferi
I
rendimenti elettrici degli apparecchi devono essere etichettati sugli
apparecchi stessi.
Controllo dell’efficienza
energetica
Art.
16: Viene istituito un controllo
dell’efficienza energetica che consente di constatare e certificare la
conformità alle norme relative al rendimento energetico delle apparecchiature e
degli impianti.
Art.
17: Il controllo dell’efficienza
energetica è assicurato da organismi e/o laboratori competenti, incaricati
della certificazione e dell’omologazione e riconosciuti dal ministero
competente.
L’audit energetico
Art. 20: È istituito un sistema d’audit energetico
obbligatorio e periodico per stabilire le metodologie ed il controllo del
consumo di energia da parte dei grandi stabilimenti consumatori di energia nel
settore industriale, del trasporto e terziario, al fine di assicurare
l’ottimizzazione energetica del loro funzionamento.
La
sensibilizzazione degli utenti
Art. 24:
Devono essere realizzate delle azioni di formazione, di perfezionamento tecnico
e dimostrative, verso le amministrazioni, le collettività territoriali e i
gestori di stabilimenti pubblici e privati, al fine di promuovere l’efficienza
energetica ed il risparmio di energia.
Art. 25:
Saranno promosse delle azioni di sensibilizzazione, di educazione e
d’informazione, verso il grande pubblico ed al livello scolare, al fine di
rendere comune e promuovere la cultura del risparmio energetico.
Art. 26:
Il programma nazionale per la maitrise de l’energie raggruppa l’insieme
di progetti, misure ed azioni sulle seguenti materie:
·
Il risparmio energetico;
·
Le opportunità di
sostituzioni di fonti energetiche;
·
La promozione delle
energie rinnovabili;
·
L’elaborazione di norme
per l’efficienza energetica;
·
La riduzione
dell’impatto del settore energetico sull’ambiente;
·
La sensibilizzazione,
l’educazione, l’informazione e la formazione in materia di efficienza energetica;
·
La ricerca e lo sviluppo
dell’efficienza energetica.
Il
programma nazionale per la maitrise de l’energie riveste un carattere
pluriennale.
Le
misure d’incoraggiamento ed incentivazione
Art. 33:
I benefici finanziari, fiscali ed in materia di diritti alla dogana possono
essere accordati alle azioni ed ai progetti che concorrono al miglioramento
dell’efficienza energetica ed alla promozione delle energie rinnovabili.
Inoltre,
tali azioni e progetti beneficiano dei vantaggi previsti dal quadro legislativo
e dalla regolamentazione in materia di promozione degli investimenti e dei
benefici per le attività dichiarate come prioritarie.
La conoscenza del sistema energetico nazionale
Art. 35:
L’organizzazione, lo sviluppo, la gestione e la conservazione dei dati
statistici sull’energia sono assicurati da un organismo nazionale competente.
I
dati statistici sull’energia sono gestiti in maniera centralizzata da tale
organismo, al fine di assicurarne il trattamento e la diffusione tramite
un’informazione statistica affidabile, per sviluppare una conoscenza del
sistema energetico nazionale e per permettere:
·
La maitrise del
consumo energetico nazionale, tramite l’aiuto di inchieste sul consumo
energetico;
·
L’elaborazione del
bilancio energetico nazionale;
·
L’elaborazione di studi
previsionali sulla domanda di energia e la valutazione del potenziale di
efficienza energetica;
·
La realizzazione, nelle
migliori condizioni possibili, di azioni per l’efficienza energetica definite
nel quadro del programma nazionale per la maitrise de l’energie;
·
La valutazione periodica
dell’aumento dell’efficienza energetica;
·
La valutazione periodica
della performance economica del sistema energetico.
Esaminate
le principali norme in materia energetica, di cui l’ultima (la maitrise de
l’energie), presenta notevoli implicazioni in chiave ambientale, si
riportano i riferimenti alle principali norme di carattere più specificatamente
ambientali, pur se legate all’attività energetica nazionale:
-
Decreto presidenziale n.
98-123 del 18 aprile 1998, per la ratificazione del protocollo del 1992 che
modifica la Convenzione Internazionale del 1969 sulla responsabilità civile
per i danni dovuti all’inquinamento da idrocarburi.
-
Decreto esecutivo n.
93-165 del 10 luglio 1993, che regolamenta le emissioni atmosferiche dei
fumi, gas di scarico, essenze e particolari solidi, nelle installazioni fisse.
-
Decreto esecutivo n.
93-161 del 10 luglio 1993 che regolamenta gli scarichi di oli combustibili e
lubrificanti nell’ambiente naturale.
-
Decreto esecutivo n.
93-160 del 10 luglio 1993, che regolamenta gli scarichi liquidi industriali.
-
Decreto esecutivo n.
93-68 dell’1 marzo 1993 relativo alle modalità di applicazione della tassa
sulle attività inquinanti o pericolose per l’ambiente.
-
Decreto esecutivo n.
90-78 del 27 febbraio 1990 relativo agli studi d’impatto ambientale.
Si
elencano di seguito alcune principali linee d’intervento ed obiettivi che
caratterizzano la politica energetica in chiave ambientale:
1.
Lo sviluppo
dell’utilizzazione del gas di petrolio liquefatto (G.P.L.) in complementarietà
con il gas naturale;
2.
La produzione dell’energia
elettrica usando come fonte fossile il gas naturale per il 95% dell’energia
totalmente prodotta;
3.
La riduzione progressiva
della frazione di prodotti petroliferi nel bilancio energetico nazionale, in
quanto vanno orientati prevalentemente all’esportazione;
4.
L’uso molto ridotto del
legno come combustibile, per salvaguardare il patrimonio forestale;
5.
La promozione dell’uso
del GPL come carburante per l’automobile, tramite la graduale conversione del
sistema di distribuzione, al fine di ridurre sensibilmente le emissioni
inquinanti;
6.
La rapida sostituzione
delle benzine senza piombo con quelle attuali (super e normale), al fine di
eliminare completamente queste ultime entro il 2005. Ciò richiederà l’aumento
della capacità di produzione delle odierne raffinerie;
7.
Il contributo, tramite
la riabilitazione dei complessi di liquefazione del gas naturale di Arzew,
Skikda e della raffineria Naftec di Skikda, volto a ridurre la bruciatura in
torcia del gas, anche in accordo a quanto sostenuto nell’art. 49 della legge
quadro in materia di idrocarburi;
8.
L’insieme di misure
avviate, relativamente alla salvaguardia dell’ambiente durante le attività di
scavo e ricerca degli idrocarburi;
9.
L’avvio delle attività
nelle stazioni di recupero dei residui di lavorazione degli idrocarburi, site
ad Arzew e Skikda, per aumentare la capacità di recupero rispetto a quella
dell’unica centrale già oggi funzionante (Bejaja);
10. L’avvio di misure efficaci per il trattamento dei
rifiuti, in particolare di quelli pericolosi (residui di lavorazioni
industriali, olii di scarto…).
La
realtà energetica algerina, nel complesso, risulta relativamente arretrata
rispetto a quella dei paesi occidentali più sviluppati ed in particolare di
quelli, come l’Italia, che vantano una più antica tradizione nel campo dell’uso
razionale dell’energia e della ricerca applicata per la riduzione dell’impatto
ambientale del sistema energetico.
Ciò
è stato generato sicuramente dall’abbondanza di risorse autogene di
idrocarburi, che ha spinto più a cercare di massimizzare la produzione e le
esportazioni che ad analizzare il mercato interno per aumentarne l’efficienza.
Tuttavia,
gli effetti negativi dovuti a tali inefficienze sono stati sino ad oggi
alquanto limitati per la relativa arretratezza degli standard di vita, che si
accoppia a consumi pro-capite di energia ancora sufficientemente ridotti.
L’innalzamento di tali standard conseguente alla globalizzazione della cultura
e quindi all’occidentalizzazione della società e degli stili di vita oggi in
corso, non sarebbe stato sostenibile senza il riconoscimento delle attuali
inefficienze e l’avviamento di un piano programmatico per l’ammodernamento del
sistema energetico, che è costituito dalla maitrise de l’energie già
sinteticamente descritta.
La
somiglianza tra gli intenti espressi da tale piano e quelli di risparmio
energetico dei primi PEN italiani degli anni ’80 sintetizza il divario culturale
tra l’Algeria e l’Italia dal punto di vista energetico. Mentre infatti le linee
d’indirizzo oggi formulate appaiono condivisibili, preoccupa il ritardo con cui
tale linee sono entrate a far parte dell’ordine del giorno degli apparati
governativi e tecnici competenti. Può ad esempio stupire come ancora un piano
di trattamento dei rifiuti e la conversione dei carburanti per autotrazione
siano solo in fase di formulazione e progettazione, considerando la forte
inerzia di un sistema energetico per un suo efficace ammodernamento.
Per
tali ragioni, si afferma l’opportunità di una collaborazione prevalentemente
istituzionale tra l’Algeria e le istituzioni sia comunitarie che governative
dei singoli paesi UE, al fine di indirizzare le politiche energetiche ed ambientali
verso i sentieri più facilmente percorribili, in modo anche da renderle di più
rapida implementazione e di mettere a frutto l’esperienza già sviluppata da
tali paesi.
Per
far ciò, risulta di primaria importanza la nascita di un sistema di libera
concorrenza di fatto nel mercato dell’energia, per uniformare le
modalità d’intervento con quelle oggi attuate nei paesi OCSE e dell’UE.
Tale
liberalizzazione accrescerà le opportunità di un altro livello di
collaborazione, e cioè quello tra l’Algeria e le grandi società energetiche
multinazionali. Tale forma di collaborazione (già esistente da molti anni ma
oggi in fase di espansione), legando gli interessi particolari di tali società
all’esito delle attività energetiche algerine, favorisce un flusso dal basso
delle tecnologie e delle pratiche più efficienti per l’accrescimento delle
risorse, per la movimentazione e la trasformazione dei combustibili e per la
produzione ed il trasporto dell’energia elettrica.
Anche
dal punto di vista dei consumi finali un flusso di competenze e tecnologie
appare possibile. Nel settore residenziale e nel terziario civile, in
particolare, metodologie come l’architettura bio-climatica e l’utilizzo delle
fonti rinnovabili su piccola scala possono avere un elevato impatto sui consumi
algerini, con la prevista diffusione del condizionamento ambientale legata
all’innalzamento degli standard di vita.
In
particolare il potenziale per il solare termico per usi sanitari appare
elevato, insieme a quello eolico per la produzione di energia elettrica,
connesso all’abbondanza di siti idonei. In tal senso i paesi occidentali hanno
sviluppato la capacità di sfruttare al massimo le risorse disponibili, e
possono facilmente trasferire l’esperienza fatta sia a livello istituzionale,
sia attraverso gli interessi diretti di aziende per la costruzione e
l’installazione di sistemi energetici rinnovabili o tradizionali ad alta
efficienza.
Ovviamente
a tali flussi di know-how occorre facciano seguito flussi, necessariamente
bidirezionali, di mezzi e risorse energetiche. In particolare l’ammodernamento
del settore energetico algerino può costituire un concreto ampliamento del
mercato sia per gli esperti di energy-management, sia per le aziende di
produzione di tecnologie ad alta efficienza o per l’uso di fonti rinnovabili.
Un
ulteriore flusso è quello costituito da una particolare risorsa, non
quantificabile, costituita dalla sicurezza geo-politica degli
approvvigionamenti di idrocarburi, che verrebbe senz’altro accresciuta dalla
nascita di canali preferenziali per l’investimento estero e per la
collaborazione a livello istituzionale tra l’Algeria ed i Paesi dell’UE.
http://admi.net//world/dz/#gov,
consultazione delle diverse aree tematiche sulla realtà algerina.
http://www.mem-algeria.org, sito
governativo.
http://www.ons.dz, consultazione del bilancio
energetico mensile nazionale.
International
Database, Energy Information
Administration, January 2001.
International
Gas Union (IGU), Panorama of the Gas Industry in the IGU countries, April 2001
Kamto M., Droit de
l’environnement en Afrique, Paris, 1996, p. 79.
Ost F., La nature hors la
loi. L’écologie à l’épreuve du droit, Paris, 1995.
Salter J.R., Environmental Law,
Graham e Trotman, London, 1995.
Scovazzi T., Arcari M., Diritto internazionale e ambiente, Codice dell’ambiente
(a cura di S. Nespor, A.L. De Cesaris), Milano, 1999.
The
Petroleum Economist Ltd., Energy Map of Algeria (2nd Edition), London.
[*] Dottore in Scienze politiche. Docente abilitato all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche. Webmaster e webmaster della Rivista di diritto dell'Economia, dei Trasporti e dell'Ambiente.
[1] Sul valore giuridico dei principi ambientali, cfr. M. Kamto, Droit de l’environnement en Afrique, Paris, 1996, p. 79.
[2] Cfr. T. Scovazzi, M. Arcari, Diritto internazionale e ambiente, Codice dell’ambiente (a cura di S- Nespor, A.L. De Cesaris), Milano 1999.
Data di
pubblicazione: 31 luglio 2005